Il Combat Psychology LAB, fondato nel 2011 e dal 2019 inglobato in Italian Thin Blue Line, è una equipe multidisciplinare che sviluppa ricerche e studi nell’ambito della Psicologia degli operatori di Polizia e dei Militari, in particolar modo quelli impegnati in attività operativa ad alto livello di stress.

Il Laboratorio sta svolgendo diversi progetti di ricerca finalizzati sia al miglioramento della qualità della vita degli appartenenti alle forze di polizia e ai militari che delle loro capacità operative. Le ricerche sono prevalentemente di taglio psicologico ma alcune prevedono la valutazione ergonomica e tecnica di equipaggiamenti e di sistemi addestrativi.

L’equipe, diretta dal Dr. Marco Strano, Dirigente della Polizia di Stato in quiescenza e attualmente collaboratore del CSU Fullerton Police Department (Los Angeles),  è formata da Psicologi, Medici ed appartenenti a reparti speciali di Polizia e delle Forze Armate (italiani e stranieri) e ha come obiettivo primario quello di fornire un supporto di ricerca scientifica allo sviluppo di sistemi avanzati di training.

Sono in corso di sviluppo diversi progetti di ricerca:

Il progetto P.T.T.S. (Psychological Tactical Training System) è finalizzato a sviluppare un protocollo di addestramento innovativo, progettato per team tattici di reparti speciali di polizia impegnati nel contrasto al terrorismo e alle organizzazioni criminali, ma utilissimo anche a qualsiasi operatore di polizia che deve prepararsi a contrastare efficacemente delle minacce condotte da individui armati e pericolosi in ambiente urbano. L’obiettivo è quello di desensibilizzare progressivamente gli operatori da possibili stimolazioni percettive (acustiche, visive ed olfattive) disturbanti che ragionevolmente incontreranno durante le fasi tattiche e che potrebbero influenzare negativamente la loro efficienza operativa.

Il progetto di ricerca N.M.T.S. (Neurophysiological Monitoring Tactical System) è finalizzato alla realizzazione di un sistema di monitoraggio tattico (da remoto) dei livelli di stress di operatori di squadre tattiche (delle forze di polizia e di reparti speciali militari) nel corso dell’attività operativa. Tale monitoraggio può consentire ai responsabili operativi (al comandante dell’operazione tattica) di gestire le forze in campo in maniera maggiormente efficace, riuscendo ad esempio a individuare in tempo reale delle condizioni mentali “negative” di uno o più operatori sul campo che potrebbero mettere a rischio la riuscita dell’operazione, apportando dei correttivi di varia natura all’operazione (cambiando ad esempio i ruoli nello scenario tattico e sostituendo alcuni elementi).

Recentemente il laboratorio sta sviluppando un innovativo progetto di ricerca il cui obiettivo è quello generare attraverso AR (realtà aumentata) simulazioni di combattimento finalizzate all’addestramento tattico in diversi scenari operativi, inserendo variabili percettive e cognitive assolutamente realistiche poiché basate sul reale funzionamento della mente umana in situazioni di stress acuto.

Attraverso l’uso di un sistema digitale complesso si ottiene una maggiore efficacia operativa, ma anche una maggiore attenzione alla sicurezza, all’incolumità e ai rischi di conseguenze legali dell’operatore. Il sistema, in fase di sviluppo, è quindi un “Tactical Training System” finalizzato all’addestramento sul campo degli operatori, sia in fase di combattimento “front-end” con la minaccia (con utilizzo di armamento e degli altri principali strumenti per la neutralizzazione delle minacce), sia in fase di coordinamento e gestione delle diverse professionalità tattiche presenti nello scenario operativo (snipers, cinofili, artificieri, soccorso medico, negoziatori, ecc.).

La peculiarità del sistema  a differenza di altri sistemi basati su simulazioni digitali di scenari tattici, è quindi la vicinanza e la compatibilità con le reazioni psicologiche (percettive, cognitive e mnemoniche) dell’operatore, legate allo stress acuto di una situazione reale di combattimento, cosa che ha sempre storicamente rappresentato il principale limite di verosimiglianza dell’addestramento tattico tradizionale di qualsiasi natura.

Il Combat Psychology LAB collabora infine con lo Study Center for Legality, Security and Justice che fornisce il suo know-how in ambito criminologico, al fine di delineare il possibile comportamento degli aggressori nel corso di scontri a fuoco e aggressioni con altre armi.

Nel 2018 e 2019 le attività di ricerca del Laboratorio sono state presentate in USA dal Direttore Scientifico Dr. Marco Strano ad una delegazione di Capi della Polizia dell’area di Los Angeles e sono stati raccolti pareri estremamente favorevoli. Una delle pubblicazioni tecniche sviluppate dal Laboratorio (SWAT combat psychology edizione 2018) è stata diffusa nell’occasione tra gli appartenenti di molti reparti SWAT statunitensi. Successivamente le attività sono state presentate ai reparti speciali tedeschi e austriaci (GSG9 e KOBRA) e a quelli spagnoli.